Temperatura
La temperatura
e’ il termine con cui si indica il grado di calore di un corpo o di un sistema
termodinamico. In meteorologia, in particolare, si intende come l’insieme delle variabili
condizioni atmosferiche che vengono percepite dall'uomo come sensazioni di
caldo o di freddo.
La temperatura è una grandezza fisica
fondamentale che interviene nella descrizione dei fenomeni termici e che viene
definita operativamente mediante un criterio di misura. Per comune esperienza
si sa che un corpo caldo e uno freddo posti a contatto tra loro e isolati dagli
altri corpi appaiono, dopo un certo tempo, ugualmente caldi; questo fenomeno è
dovuto a una cessione di calore dal corpo più caldo a quello più freddo che si
arresta quando i due corpi raggiungono uno stato di equilibrio, detto
equilibrio termico. Due corpi in equilibrio termico tra loro si dicono nello
stesso stato termico. Si può pensare di ordinare idealmente i corpi in base al
loro stato termico in modo che ogni corpo sia più caldo del corpo che lo precede
(cioè possa cedergli spontaneamente una quantità di calore). Per ottenere una
valutazione più precisa dello stato termico di un corpo occorre associare a
esso un numero che rappresenti la misura di una grandezza fisica che
caratterizza lo stato termico, detta per definizione temperatura. Uno stesso
corpo può assumere ovviamente diversi stati termici: basta infatti metterlo a
contatto con corpi in stati termici diversi. Si osserva sperimentalmente che di
solito un corpo quando passa da uno stato termico più freddo a uno più caldo
aumenta il proprio volume; si può allora assumere il valore di questa
dilatazione come misura della differenza di temperatura tra i due stati
termici. Utilizzando un corpo come campione e ponendolo successivamente in
equilibrio termico con diversi corpi si può ottenere una misura della
differenza tra gli stati termici in cui questi corpi si trovano: naturalmente
occorre che il corpo campione abbia una massa molto minore di quella dei corpi
in esame per evitare che l'operazione di misura alteri sensibilmente lo stato
termico del corpo. In pratica si procede nel modo seguente: il corpo campione,
o sostanza termometrica (per es. mercurio), contenuto in un recipiente di forma
cilindrica (termometro), viene posto in equilibrio con due stati termici ben
individuati e facilmente riproducibili a cui si attribuiscono due determinati
valori della temperatura (temperatura di riferimento): per es. si associa il
valore 0 della temperatura allo stato termico del ghiaccio fondente e il valore
100 allo stato termico dell'acqua bollente a pressione normale. In
corrispondenza di questi due stati termici la colonna di mercurio raggiunge due
diversi livelli. Dividendo in cento parti uguali (gradi Celsius o centigradi)
l'intervallo compreso tra questi due livelli e prolungando la suddivisione al
di sopra e al di sotto delle temperature di riferimento si costruisce così una
scala termometrica (scala empirica delle temperature) che consente di
attribuire un determinato valore della temperatura a ogni stato termico che può
essere in equilibrio con il mercurio liquido. Naturalmente il valore o la
scelta delle temperature di riferimento e il numero delle suddivisioni
dell'intervallo tra queste temperature è arbitrario e dipende unicamente dalle
convenzioni adottate. La definizione operativa di temperatura precedentemente
accennata si basa sull'impiego di una sostanza termometrica; questo metodo
presenta delle difficoltà di carattere concettuale in quanto sostanze diverse
hanno un comportamento diverso agli effetti della dilatazione termica, perciò
il valore della temperatura di uno stato termico dipende in generale dal tipo
di sostanza termometrica utilizzata. Per superare questa difficoltà si può
utilizzare come sostanza termometrica un gas perfetto, cioè in pratica ogni gas
molto rarefatto; infatti un gas nelle condizioni di gas perfetto ha un
comportamento termico indipendente dalla natura chimica del gas.
L'utilizzazione del gas perfetto come sostanza termometrica ha inoltre il
vantaggio di consentire di definire un valore minimo della temperatura: infatti
dall'equazione di stato del gas perfetto si deduce che il volume del gas
diminuisce con la temperatura fino ad annullarsi. Il valore della temperatura
per cui il volume del gas perfetto si annulla è per definizione lo zero
assoluto. Nella scala Celsius la temperatura t dello zero assoluto
corrisponde a 273,15 ºC. Scegliendo lo zero assoluto come valore zero della
temperatura e lasciando invariata la suddivisione in gradi centigradi, cioè
ponendo T = t + 273,15, si ottiene una nuova scala, detta scala delle
temperature assolute o scala Avogadro; la sua unità di misura è
ancora il °C, tuttavia si indica di solito tale unità con il nome di Kelvin
(simb.: K) perché essa coincide con l'unità di misura Kelvin della scala
termodinamica delle temperature assolute. In questa scala la nozione di
temperatura è definita in maniera indipendente da ogni sostanza termometrica e
si basa sulla constatazione, dovuta a lord Kelvin, che il rendimento di una
macchina termica che compie un ciclo di Carnot (o un altro ciclo reversibile)
non dipende dalla sostanza che subisce la trasformazione termodinamica, ma
unicamente dallo stato termico dei due termostati tra i quali avviene il ciclo.
Precisamente detta Q1 la quantità di calore scambiata con il
primo termostato e Q2 la quantità di calore scambiata con il
secondo termostato si ha, in base al secondo principio della termodinamica,
Q1/Q2= Q(t1)/Q(t2)
dove Q(t)
è un'opportuna funzione della temperatura empirica dei termostati, ossia della
temperatura misurata con una qualsiasi sostanza termometrica. Si può allora
introdurre una nuova scala delle temperature, detta appunto scala
termodinamica, usando come temperatura la stessa funzione Q(t) che è
univocamente determinata se si conoscono le quantità di calore Q1 e Q2 e si stabilisce che la differenza tra la
temperatura dell'acqua bollente e quella del ghiaccio fondente sia pari a 100
K. Con queste convenzioni risulta Q(t) = T dove T è la temperatura
assoluta definita mediante il gas perfetto. Nel sistema SI il grado Kelvin è
fissato stabilendo che sulla scala termodinamica delle temperature assolute la
temperatura del punto triplo dell'acqua sia 273,16 K: con questa scelta la
temperatura del ghiaccio fondente a pressione normale corrisponde a 273,15 K
circa in accordo con la scala Avogadro.
Basse temperature
Il limite
inferiore delle temperature tecnicamente raggiunte, che non può essere 0 K per
il terzo principio della termodinamica o ipotesi di Nerst-Planck, è stato
ulteriormente abbassato. Le ultime tappe sono state le seguenti:
0,71 K, mediante
ebollizione di elio liquido a una pressione di 3,6 mmHg;
0,0006 K, mediante
soluzione dell'elio 3 nell'elio 4, realizzato nelle condizioni di superfluidità
(Dubna, 1969);
0,00012 K,
mediante raffreddamento magnetico cui è stato sottoposto un campione di 130
grammi di rame.
L'interesse
della realizzazione di temperature così basse è legato sia allo studio delle
proprietà della materia in tali condizioni, sia alle possibilità di
applicazione di tali proprietà (ad es. per i superconduttori).
Alte temperature
Prescindendo dalle reazioni esplosive, nelle quali la
temperatura può raggiungere 50.000 K, per intervalli di tempo assai brevi,
nelle reazioni di combustione si possono raggiungere temperature dell'ordine di
2.000 K nei forni, di 3.000÷4.000 K all'interno di certe fiamme. Dopo il 1950
l'impiego del plasma ha consentito di raggiungere temperature assai più alte;
ad es. nei cannelli al plasma ad alta frequenza si raggiungono circa 50.000 K,
utilizzabili per varie applicazioni: taglio di metalli come l'alluminio,
trattamento termico dei materiali più refrattari, studio dei motori nelle
condizioni di volo supersonico. Temperature ancora più elevate, di decine di
milioni di K, raggiunte durante l'esplosione di bombe nucleari, sono ottenute
in qualche laboratorio per lo studio della fusione nucleare controllata, sia
mediante laser di grande potenza, sia mediante l'azione di un campo magnetico
su plasma. Tali temperature, superate permanentemente durante le reazioni di
fusione nucleare che hanno luogo negli ammassi stellari, sono raggiunte in
laboratorio per durate estremamente brevi in spazi estremamente ridotti.
Fisiologia
La temperatura
corporea degli animali può variare in rapporto a quella dell'ambiente
oppure mantenersi costante entro limiti piuttosto ristretti, per cui si
distinguono animali pecilotermi e omeotermi. Nell'ambito degli omeotermi si
riscontrano variazioni sia nelle varie specie sia nei singoli distretti
corporei. Ad es. la temperatura interna (rettale) del cavallo è di 37,7 ºC, nel
gatto e nel cane 38,5-39 ºC, nel bue e nel maiale 39,5 ºC; nell'uomo la temperatura
rettale media è di 37 ºC, quella cutanea ascellare 36,5 °C e quella inguinale
36,8 ºC; inoltre esistono variazioni fisiologiche di 1 ÷ 1,5 °C riportabili
allo stato funzionale dell'organismo (attività muscolare, ovulazione, ecc.).
Infatti, la temperatura di base (o basale), che nell'uomo si mantiene su
valori relativamente costanti, assume importanza di test ginecologico nella
donna, in quanto subisce variazioni in relazione alle fasi del ciclo mestruale.
Il mantenimento
della temperatura corporea entro limiti ristretti viene assicurato dai
meccanismi termoregolatori che possono
però sregolarsi in presenza di azioni tossiche esercitate da veleni sia esogeni
sia endogeni. Tale sregolazione può tradursi in due fenomeni distinti:
diminuzione anormale della temperatura (ipotermia), che può scendere fino a 33
°C nel colera e nell'intossicazione da fenoli, oppure innalzamento altrettanto
anormale (ipertermia), ossia febbre, e che può raggiungere i 42 e anche i 43 °C
nella febbre gialla, nel tetano, ecc.
Meteorologia
Verticalmente la
temperatura dell'aria varia in funzione di tre fattori essenziali: la
compressione e l'espansione adiabatica, la liberazione o l'assorbimento del
calore per condensazione o per evaporazione, i processi radioattivi.
Nella libera troposfera
i fenomeni radioattivi sono poco rilevanti perché la progressiva concentrazione
di ozono nell'ozonosfera costituisce ancora uno schermo per le radiazioni
provenienti dallo spazio. Sono invece determinanti i cambiamenti adiabatici
combinati ai processi termodinamici (in particolare la liberazione del calore
latente). Per il continuo rimescolamento dell'aria, alle basse quote non esiste
una vera e propria legge di diminuzione della temperatura col crescere della
quota. Questa però diminuisce abbastanza regolarmente in seno a una massa
d'aria omogenea. Da numerose misure eseguite è risultato che per una buona
parte della troposfera il gradiente termico verticale medio è di 0,6 °C per 100
m.
Al di sopra
dell'ozonosfera i fenomeni radioattivi divengono invece assai frequenti. La
temperatura si eleva tutte le volte che una componente dell'aria assorbe una
determinata radiazione, in quanto viene liberata energia.
In prossimità
del suolo la distribuzione della temperatura dipende da quattro serie di effetti
combinati che sono: radiazione solare; movimenti di convezione interna del
mezzo (aria), calore specifico e conduttività di questo mezzo; avvezione;
liberazione e assorbimento del calore prodotti dai cambiamenti di stato
dell'acqua.
1. La
radiazione solare. La quantità di calore ricevuta da un corpo, sommata con
il calore ricevuto nei momenti precedenti, aumenta la temperatura del corpo e
la tendenza di questo a emettere calore. Ciò si verifica nel suolo dove man
mano che la temperatura cresce aumenta pure la perdita di calore, cosicché
durante un'intera giornata la temperatura raggiunge un massimo verso le ore 14
allorché le perdite equilibrano gli acquisti. La radiazione solare varia, nei
due emisferi, a seconda delle stagioni (minore d'inverno, massima d'estate),
così pure varia l'energia solare ricevuta da una determinata zona della
superficie terrestre in quanto entrambe dipendono dall'inclinazione dei raggi
solari sulla superficie. Perciò la temperatura in prossimità del suolo sulle
zone equatoriali è molto superiore alla temperatura in prossimità del suolo
sulle zone polari. Un'atmosfera ricca di vapore acqueo e soprattutto un cielo
coperto di nubi impediscono il passaggio di buona parte delle radiazioni solari
in arrivo e agiscono da schermo sulle radiazioni emesse dalla Terra. Più
precisamente la Terra assorbe le radiazioni a onde corte inviate dal Sole e le
riemette sotto forma di onde lunghe che sono facilmente trattenute dalle nubi e
da un'atmosfera umida. In simili circostanze la temperatura non varia di molto
sia di giorno sia di notte.
Con cielo sereno
di giorno il Sole riscalda intensamente; di notte il calore si disperde
rapidamente nell'aria circostante. Nel Sahara, subito dopo mezzogiorno, si
hanno temperature di 50 ºC, ma nella notte la temperatura può scendere anche a
valori negativi. Nelle regioni con stato nuvoloso prevalente (per es.
all'equatore) non si hanno invece forti sbalzi di temperatura.
La neve, a causa della sua albedo elevata e malgrado l'insolazione, favorisce di giorno le basse temperature; di notte la temperatura diviene molto rigida a causa delle radiazioni riemesse nella gamma delle onde lunghe.
2. Le proprietà
del mezzo (l'aria) favoriscono d'estate temperature elevate, d'inverno
temperature basse e in ogni stagione temperature molto variabili sui continenti
più che sul mare. L'importanza degli oceani nella regolazione del clima
terrestre appare quindi sempre più evidente: la radiazione solare viene
assorbita principalmente dalle acque oceaniche che ricoprono tre quarti della
superficie terrestre. L'enorme massa e capacità termica degli oceani fanno sì
che una piccola variazione della temperatura media dell'oceano su vaste regioni
del globo si ripercuota in modo sensibile sul bilancio termico della
sovrastante atmosfera. Viceversa il riscaldamento o il raffreddamento dei
continenti si verifica solo in un limitato spessore del suolo. Di qui la
funzione regolatrice del mare nei confronti delle rapide variazioni che
avvengono sui continenti.
3. L'avvezione
è responsabile in gran parte delle piccole variazioni osservate da un punto
all'altro del pianeta o rilevate nel tempo su un medesimo luogo. Per es. tutti
i climi fortemente condizionati dai venti oceanici occidentali presentano delle
stagioni primaverili più fresche rispetto a quelle autunnali anche se la
radiazione solare è più forte in primavera che in autunno. Questa anomalia
rispecchia il regime termico delle acque marine (inerzia nella variazione: la
temperatura dell'acqua è più bassa in primavera che nell'inverno) e le
temperature d'autunno sono più alte rispetto a quelle dell'estate. Parimenti le
temperature medie giornaliere non crescono e non diminuiscono regolarmente
nelle due stagioni estreme. L'evoluzione della curva annuale presenta delle
avvezioni calde (dal settore sud) o fredde (dal settore nord) che costituiscono
delle singolarità termiche. La maggior parte dei climi si definisce
essenzialmente attraverso l'avvezione delle masse d'aria circostanti.
4. Infine il calore
latente emesso nella condensazione (pioggia), nella sublimazione o nel
passaggio di un corpo dallo stato liquido allo stato solido (neve o brina) è
molto spesso determinante. All'equatore le temperature rimangono elevate anche
con cielo spesso coperto perché le piogge abbondanti liberano 600 piccole
calorie per grammo d'acqua condensata. Nelle regioni cicloniche della fascia
temperata questo effetto si aggiunge all'influenza del mare ed è tale che
durante la stagione fredda si ha un innalzamento della temperatura.
Sulla Sierra
Nevada della California il manto nevoso, d'inverno, dovrebbe far diminuire la
temperatura notturna; invece a causa della condensazione e della sublimazione
il calore perduto durante il giorno per evaporazione viene ceduto all'ambiente.
Una superficie acquea o un suolo umido producono di giorno una tale
evaporazione da determinare un salutare senso di frescura (laghi, vallate,
praterie), cosa che non si verifica nelle regioni asciutte: questo è un effetto
dovuto all'inerzia termica dell'acqua. Le temperature più basse registrate al
di fuori delle regioni polari sono senz'altro il prodotto della radiazione e
dell'avvezione.
Le più alte
temperature sono state rilevate nei continenti (56,6 °C nella Valle della
Morte, in California) in situazione di alte pressioni subtropicali. Tali
temperature sono dovute agli effetti combinati della radiazione solare con
cielo sereno e alla particolare natura del suolo continentale, il quale
rapidamente si riscalda, tanto da diventare ardente.
Temperatura
pseudo-potenziale
Viene definita tale una temperatura molto usata
nei servizi meteorologici internazionali utilizzata per tracciare una curva
dell'atmosfera il cui studio consente di risolvere il problema del
riconoscimento delle masse d'aria.
La temperatura
pseudo- potenziale di una massa d'aria è quella temperatura che la massa
acquista quando la si fa espandere adiabaticamente finché tutto il vapore in
essa contenuto condensi e precipiti e poi la si comprime adiabaticamente fino
alla pressione di riferimento di 1.000 millibar.
Metrologia
La Conferenza generale dei pesi e misure del
1968 ha definito una scala internazionale pratica di temperature che
modifica quella del 1948, basata su punti fissi (stati di equilibrio
riproducibili, che riguardano l'idrogeno, il neon, l'ossigeno, l'acqua, lo
zinco, l'argento, l'oro) e su strumenti di misura specifici tarati alle
temperature corrispondenti; per temperature intermedie fra quelle dei punti
fissi vengono usate formule di interpolazione. Gli strumenti di misura sono i
seguenti: termometro a resistenza di platino, fra 13,81 K e 630,74 ºC;
termocoppia platino- platinorodio fra 630,74 °C e 1.064,43 ºC; oltre 1.064,43
°C la temperatura viene definita con la formula di Planck della radiazione
emessa dal corpo nero.